lunedì 19 dicembre 2016

1371, tentativi di pace tra Aragona e Arborea.

1371, tentativi di pace tra Aragona e Arborea.
di Sergio Sailis

La lunga guerra combattuta per la supremazia in Sardegna tra Aragona e Arborea alternava periodi di stanca a periodi di effettivi combattimenti. Nel 1371 papa Gregorio XI (al secolo Pierre Roger de Beaufort nell'immagine) eletto da appena un anno cerca in diverse circostanze di farsi intermediario tra i due contendenti. A questo fine sollecita in più di un’occasione l’invio di procuratori per evitare la guerra che stava incombendo sull’isola.
img. di Gregorio XI


L’atteggiamento pontificio era però come al solito contradditorio; appena qualche settimana prima, il 25 novembre, la Santa Sede aveva infatti concesso, per l’ennesima volta, a Pietro IV le decime papali da riscuotere in Sardegna per un altro triennio al fine di consentire al monarca aragonese di avere le risorse finanziarie per la guerra nell’isola mentre il 18 dicembre dava disposizioni affinché in Provenza venisse appoggiata la raccolta di truppe destinate a sedare la ribellione sarda. Poiché nel frattempo si era aperto anche il fronte siculo, ed era intenzione degli aragonesi dirottare in Sicilia l’esercito già raccolto in Provenza, nel febbraio successivo scriveva al sovrano aragonese per spingerlo a concentrarsi prioritariamente sul problema sardo.
Il papa non disdegnava però di ricorrere a Mariano quando aveva bisogno di particolari favori come l’invio di frumento in determinate zone a lui care o il recupero di navi o mercanzie predate nei mari dell’isola.
Di seguito la lettera inviata 645 anni fa dal Pontefice a Mariano IV il 13 dicembre del 1371 (che faceva seguito a analoghe richieste del febbraio e aprile dello stesso anno e che continuerà a fare anche negli anni successivi) affinché venissero nominati i procuratori da inviare alla sede pontificia. (S.S.)
“Dilecto filio nobili viro Mariano iudici Arboree, salutem et cetera. Litteras nobilitatis tue et ea que pro ipsius parte venerabilis frater noster episcopus Bosanensis nobis exposuit, benigne et diligenter intelleximus et ad illa breviter respondemus quod nobis videtur utile fore et expediens quod etiam non obstante eo quod in tuis litteris asserebas quod carissimus in Christo filius noster Petrus rex Aragonum illustris ad guerram contra te et insulam Sardinie se parabat quod tu pro meliori statu insule prefate ac tui et bonum dicte insule quiete et commodis et pro pace ac concordia inter prefatum regem et nobilitatem tuam auctore Domino reformanda, tuos procuratores et nuncios de intentione tua plenarie informatos prudentes et providos pacis et concordie zelatores cum sufficienti mandato ad tractandum et pacem et concordiam huiusmodi nuendum atque formandum ad romanam curiam quanto citius poteris studeas destinare et de hoc nos qui inter cunctos Christi fideles sed presertim inter reges et nobiles a quibus maxime populorum quies ac tranquillitas et gentium commoda proveniunt vigere pacem et concordiam validis desideriis affectantes, nobilitatem prefatam affectuose requirimus et rogamus tu igitur predicta et quanta mala et pericula tam animarum quam corporum ex guerris et discordiis sequi possunt et quod decens est tuoque honori convenit quod deseras dicto regi eosdem nuncios cum sufficienti mandato ad presentiam nostram mittere non postponas. Datum ut supra.”
Per luogo e data ci si riferisce ad una lettera precedente “Datum Avinione idibus decembris, anno primo.”
(trascrizione D’Arienzo)

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