martedì 9 ottobre 2012

Arsocco Lati

Ruderi che la tradizione popolare attribuisce alla chiesa di Santa Maria del villaggio di Bangiu Donico
Arsocco Lati 
di Sergio Sailis

Come noto nella Sardegna medioevale coloro che si macchiavano di gravi delitti potevano essere privati dei propri beni i quali venivano confiscati ed incamerati al demanio.  

E’ questo il caso di Arsocco Lati, un abitante di Bangiu Donico il quale, colpevole di aver ucciso il proprio padre Guantino, perse i propri beni che furono “arregnata tempore judicis Mariani” (Mariano Giudice d’Arborea e signore della Terza Parte del Giudicato di Cagliari) e che successivamente passarono nelle mani del comune di Pisa che ancora ne disponeva nel 1359 dopo una breve parentesi negli anni 1323-1326 in cui il villaggio di Bangiu Donico era stato concesso in feudo prima a Teresa Gombau d’Entença e successivamente Guillelmo de Petra (Guglielmo Sapera). 
 
Purtroppo il documento non specifica a quale Mariano si riferisce e pertanto non possiamo risalire all’epoca dell’omicidio. Potrebbe infatti trattarsi di Mariano II, al potere dal 1265 al 1295-97 (il quale prima di morire lasciò in eredità al Comune di Pisa la terza parte dell’ex Giudicato di Cagliari che ricomprendeva anche la Trexenta) oppure di Mariano III al potere dal 1307 (anno in cui il comune pisano assunse però il diretto controllo dei beni ricevuti in eredità da Mariano II) al 1321. 

La consistenza patrimoniale di Arsocco era per l’epoca abbastanza cospicua; infatti dalla composizione pisana del 1359 sappiamo che il Comune di Pisa possedeva ancora diversi appezzamenti di terreno sparsi in varie località dell’agro del villaggio: due starelli di terra aratoria posti in prossimità del villaggio, un altro starello in località “Serra de Lombuto” e svariati altri appezzamenti, dei quali non viene specificata la qualità, situati nelle località “Petra Lata” (uno starello), “Buja di Pischeria” (uno starello), “Gay Marghi” (uno starello), “Bacchas Novellas” (tre starelli) ed infine un altro starello in località “Pisinagla”.

Purtroppo allo stato attuale le fonti note non ci permettono di sapere se Arsocco venne perseguito anche fisicamente per il parricidio o se riuscì a sfuggire alla cattura per il suo efferato delitto.


 

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